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Imparare o Rifiutare

Cosa s’ impara visitando l’ Africa? Niente, se si visita solo l’Africa dei grandi alberghi in riva al mare o dei parchi naturali. Molto se si cerca di condividere anche per pochi giorni la vita della gente, soprattutto dei piu’ poveri, se si visita Kibera e ci si siede con la gente a mangiare un piatto di chapati e sukuma wiki seduti su sgabelli inventati intorno ad un tavolino traballante .

La cosa piu’ importante che s’ impara e’, a mio parere, che le condizioni materiali di vita possono essere superate dalla forza e dalla grandezza dello spirito umano. In situazioni di degrado materiale che potrebbero cancellare ogni senso di dignita’, in posti come Kibera dove l’ immondizia, il fango, l’ odore nauseabondo del putridume vorrebbero umiliare la persona che e’ costretta a viverci in mezzo, si incontrano invece anche persone che ti stupiscono per la loro forza interiore, per come guardano positivamente alla vita, per l’ amore e la tenerezza che traspare dai loro sguardi e dai loro gesti.

E’ il trionfo delle spirito umano, e la prova piu’ evidente che in tutte le persone c’e’ una scintilla di divino che non si spegne mai.

A chi una volta mi ha chiesto “ma come puoi credere che Dio esista di fronte a questa miseria e sofferenza?” mi e’ venuto spontaneo di ritorcere “va’ incontro a queste persone che vivono nella spazzatura, parla con loro, e crederai non solo nell’esistenza di Dio, ma addirittura nella Sua attiva, amorosa presenza. Tu ti lasci accecare dalla miseria perche’ ti sei abituato a vedere e apprezzare solo le cose materiali. Il riconoscere qui la presenza dello Spirito di Dio non e’ una scusa per esonerarci dalla condivisione, ma uno stimolo ulteriore per impegnarci al loro fianco nel superare insieme la miseria e le ingiustizie.”

4 Comments

  1. susannna says:

    Grazie!

  2. Giulia says:

    Esiste un linguaggio universale, a prescindere dalla lingua, dal colore, dalla distanza!
    Esiste un qualcosa che va oltre e che basta a trasmettere tutto. E’ il linguaggio della musica e del sorriso; il potere di questi è più forte di ogni povertà, di ogni slam.
    Una distesa che si perde negli immensi spazi africane piene di gente, di odori e di musica.
    I bambini ti corrono incontro e ti abbracciano, trasmettono il più grande affetto che si possa cogliere.
    La confusione che creano tutti i nostri ritmi fanno in modo che ciò che dovrebbero essere le basi di ogni esistenza vengano messe da parte.
    Non è giusto per coloro che vorrebbero vivere di poco, non è giusto per coloro che vorrebbero essere ricchi d’animo come questo popolo.
    Avessimo almeno metà della loro ricchezza noi e loro metà dei nostri beni, forse il mondo sarebbe diverso, forse noi saremmo anche in debito, perché la gioia di vivere in qualsiasi stato, non ha alcun prezzo.
    E questo loro lo insegnano vivendo la loro quotidianità,caratterizzata da una disarmante semplicità

  3. laura e roberto says:

    Quante cose si imparano: vita vera, per esempio. Tutto ciò che noi non riusciamo ad apprezzare accecati dal troppo benessere (anche ora che siamo in difficoltà) tutto ciò che ci sembra ovvio, scontato, banale…..
    quanto diventa importante dopo essere stati a contatto, dopo aver avuto il privilegio, di conoscere l’Africa, il suo e Tuo mondo, caro Padre Kizito.
    Grazie per avercelo ricordato…. a volte, travolti dai problemi quotidiani, dimentichiamo la vera essenza della vita e della gioia.
    Un abbraccio infinito e che il 2009 ci consenta di scambiarcelo finalmente di persona.
    laura e roberto

  4. Anna says:

    Grazie per averlo ricordato, anche qui, anche ora. Passeggiando per Korogocho e Mathare guardando la desolazione che si specchia negli occhi delle bambine di Anita durante le Home visits, si viene tentati di distogliere lo sguardo. Ma guardando meglio, quello che si vede sono persone così forti da offrire un tè a noi, che possiamo ritornare a casa o entrare in un bar. Da offrirci una preghiera, a noi che ce la prendiamo con dio per le piccole cose di ogni giorno. La prossima volta che mi sentirò sovrastata dall’impotenza, dalla paura penserò a loro, che mi sono sempre da esempio. E il buon proposito per il 2009 è riscrivere la lista delle priorità, come avevo fatto ritornata da Ngong.

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