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Accogliere per Essere Felici

Fra le migliaia di parole che ci travolgono ogni giorno ce ne sono poche che val la pena di leggere e rileggere, ma la lettura di testi cartacei è da sempre uno dei miei passatempi preferiti.
Nelle ultime settimane ho letto con interesse e partecipazione due libri molto diversi, L’anima e il suo destino di Vito Mancuso, e Conversazioni notturne a Gerusalemme, del Cardinal Carlo Maria Martini. Ma i due autori italiani cristiani che più amo e che nelle loro parole offrono il nutrimento più solido sono Enzo Bianchi e Silvano Fausti. Le loro pagine possono essere lette e rilette trovandoci sempre qualcosa di nuovo, sono dei veri maestri. Fausti, forse con una cerchia di lettori più interessata alla missione, è gesuita e biblista, ed ha una rubrica fissa sulle pagine della rivista missionaria dei Gesuiti, Popoli, che a volte mi serve di riflessione e preghiera per un mese intero. L’ultima che mi è capitato di leggere è di grande densità, praticità e semplicità, anche se magari le hanno messo un titolo troppo astratto e intellettuale. E’ cosi bella che ve la propongo nel link alla fine di questo post.

Ci sono momenti di sconforto. Le ore passate e scrivere per la Polizia i dettagli dei fatti che hanno sconvolto la vita di Koinonia, la ferita profonda lasciata dalle falsità e dal tradimento subito. Inoltre problemi e drammi non mancano mai. Ieri mattina, prima delle 5 ero alla Shalom House, prevedendo una lunga giornata di lavoro. Poco dopo arriva Max, il trentenne che gestisce il nostro piccolo programma di video. E’ sconvolto, i vestiti sporchi, senza scarpe, anche se questi sono tra i giorni più freddi dell’anno. Mi racconta che poco dopo mezzanotte stava tornando a casa, sulla sua vecchia auto, con Kevin, il nostro ragazzo che sta studiando scienze sociali all’università, e Jean Baptiste Mahama, quasi trentenne, rifugiato. Hanno cercato di sorpassare un camion, in città, ma l’autista non li ha visti e senza segnalare ha girato tagliando loro la strada. Sono usciti di strada, si sono capovolti. Max è illeso, Kevin ha una brutta ferita alla testa, ma all’ospedale non lo hanno voluto neanche visitare perché avevano insieme in tasca solo il corrispondente di sette euro. Mahama è morto sul colpo. Era rifugiato dal Ruanda. Ai tempi del genocidio il papà Hutu aveva cercato di proteggere la moglie Tutsi e i familiari della moglie. Invece moglie e parenti sono stati tutti uccisi, e quando i “liberatori” Tutsi hanno preso il potere lo hanno messo in prigione, accusandolo di aver preso parte attiva al genocidio, dove è morto lo scorso anno. Mahama aveva allora dieci anni e col fratellino di quattro anni era riuscito ad arrivare a Nairobi, a piedi, facendo tutto il giro intorno al lago Vittoria, oltre mille chilometri. Altri rifugiati Ruandesi li avevano aiutati a sistemarsi nelle baracch intorno a Kivuli. L’ho conosciuto perché dopo aver finito la scuola superiore era vento a Kivuli a cercare lavoro da elettricista, e poi un anno fa un amico italiano di Koinonia gli ha pagato gli studi di ingegnere informatico. Faceva benissimo all’università, era ormai alla fine dl secondo anno, e insegnava nella nostra scuola di informatica intitolata all’amico Geremia. Mahama era quasi maniacalmente gentile e riconoscente con tutti coloro che gli hanno permesso di vivere e studiare a Nairobi. Aveva grandi sogni di rientro in Ruanda quando anche il fratello avesse terminati gli studi. Adesso possiamo solo pregare per lui, e trovargli un pezzettino di terra dove riposare in attesa delle Risurrezione.

Ma, come sempre, Dio manda i suoi segni. Forse piccoli, ma importanti. Alcuni di voi che hanno visto lo spettacolo italiano del Koinonia Children Team, si ricorderanno di George e Stephen, i due bambini che facevano la gag di rubarsi la sedia, per poi sedervisi insieme, abbracciati e sorridenti. Ebbene, la prima volta che sono andato a Kivuli, dopo il mio recente rientro a Nairobi, il primo a vedermi è stato George. Stava rientrando da scuola, ancora in uniforme. Mi è corso incontro e mi ha abbracciato, a lungo. Quando l’ho sentito tremare, con la mano gli ho alzato il mento, per guardarlo in faccia e pronto a consolarlo perché pensavo stesse piangendo. Invece sorrideva, tremava dalla gioia, e con quel suo sorriso tutto denti e sempre con una sfumature da presa in giro, mi ha detto “Padre, che cosa bella che tu sia tornato da noi”.

8 Comments

  1. laura valsecchi says:

    Nella tristezza di questi ragazzi che se ne sono andati per l’incoscente comportamento di un uomo, riusciamo a soridere: bentornato Padre Kizito, bentornato nella tua srenità, ancora velata ma che già ricomincia a brillare. Il sorriso dei Tuoi ragazzi, quelli per cui Tu tanto hai fatto e fai ti prenderà per mano e ti riporterà nella vita che meriti, per tutto il bene che sai fare,
    Un abbraccio da
    laura e roberto

  2. Giovanni Tode says:

    complimenti per gli autori citati, a parte Mancuso ed il suo horror teologico
    Sicuramente hai avuto un ottimo segretario/assistente nel passato 🙂

  3. don Tommaso says:

    Caro Renato, ho tanta nostalgia di tutti voi e prego ogni giorno per te e per tutte le persone care che ho incontrato attraverso di te.
    Ti chiedo anche preghiere per me e per le mie intenzioni; ne ho pure gran bisogno e sono sicuro che la tua preghiera raggiunge il cuore di Dio

  4. dear father kizito, last year i was in nairobi and you give me a short overview of your important work.
    now i hear about problems.
    give me an englisch note, what happens.
    rupert neudeck will contact you also.
    best wishes from germany.
    ulrich kasparick
    member of parliament
    parliamentary states secretary
    ministerium of transport

  5. PADRE FERDINANDO CAPRINI says:

    CARISSIMO KIZITO, SCUSA SE NON TI HO SCRITTO PRIMA, MA ROBERJANE,LA FIGLIA DINAIRA E IO DOVEVAMO SCRIVERTI NEI GIORNI SCORSI PER SENTIRCI SOLIDALI CON TE CONTRO LE FALSE ACCUSE.
    FAI IL BRAVO, CHE PER NOI PSICOLOGI VUOL DIRE ‘NON PERMETTERE CHE LE COSE TRISTI INFLUENZINO LA TUA SALUTE’ , PERCHE’ I TUOI BAMBINI COME I NOSTRI BAMBINI AFRODISCENDENTI HANNO BISOGNO TE.
    UN SUPER ABBRACCIO
    P. NANDO, ROBY E NARZINHA
    DA SALVADOR A MAIOR CIDADE DI AFRICANI FUORI DELL’ AFRICA

  6. andrea says:

    ciao kizito, grazie per la tua testimonianza
    in questo momento di grande sofferenza, proviamo a pregare di più per te e per voi… per aiutarti un pochino a portare questa grande croce… sappi che noi siamo tutti con te… in ogni istante, convinti che il bene vincerà e che il male è solo di passaggio!!

    ti voglio un sacco di bene

    con tanta riconoscenza
    andrea (torino)

  7. Alberto says:

    Caro p. Kizito,
    ho avuto modo di ascoltarla di persona a Pisa, dove studio e vivo.
    Ho saputo solo poco fa della triste campagna calunniatoria di cui è vittima, ed ho sentito fortemente il bisogno di comunicarle tutta la mia solidarietà, anche se lei non mi conosce.
    Spero, in futuro, di poter esprimere questa solidarietà a lei ed al suo operato anche in maniera più concreta.
    Alberto

  8. rita says:

    carissimo Kizito,
    abbiamo ancora nel cuore e negli occhi quel bellissimo spettacolo di Koinonia Children team visto a Caserta è stato un tripudio di gioia, nonostante i ragazzi fossero molto stanchi per il viaggio! Grazie per il tuo coraggio e per la tua testimonianza, ti siamo vicini e abbiamo piena fiducia in te, George è la più bella prova dell’amore disinteressato che tu hai nei confronti di questi bambini.
    Sempre uniti nella preghiera
    un forte abbraccio
    Rita (Napoli)

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