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Stephen Maningwe

Un’altro lutto, questa volta a Lusaka. Stephen Maningwe, 16 anni, un ragazzo buono e semplice è stato vittima di un incidente stradale. Nel 2007 un maestro della scuola di Tubalange, vicino a Mthunzi, dove vanno tutti i nostri studenti fino alla classe nona, ci aveva parlato del suo caso. Di famiglia poverissima, viveva molto lontano dalla scuola, e ogni giorno doveva fare due ore e mezza di cammino per arrivare a scuola, e la sera altrettante per tornare a casa. Lo abbiamo preso a Mthunzi e non ce ne siamo mai pentiti. Un po timido, non emergeva in nessuna attività, ma partecipava a tutte con entusiasmo e allegria. Sempre la spalla su cui contare. Letteralmente, perché con la sua solida corporatura era la base ideale nelle piramidi acrobatiche. .
Lunedì scorso era a Mthunzi, perché aveva appena completato la classe ottava – in Zambia l’anno scolastico è alla fine –  e alcuni degli altri ragazzi invece erano a scuola per gli esami finali. Ha aggiustato un piccolo guasto meccanico della bicicletta del suo amico Richard, studente alla scuola alberghiera, e ha dato una mano ad Edina, la “mamma”, a cucinare il pranzo per tutti. Poi ha detto che approfittando della bicicletta di Richard avrebbe portato a casa i suoi vestiti e scarpe, in anticipazione del Natale a casa, cosi che poi agli inizi delle vacanza, andando a casa a piedi, non avrebbe avuto niente da portare.
Invece sul breve tratto di strada asfaltata è stato urtato da un camion, che è fuggito lasciandolo ai margini della strada. E’ una strada poco frequentata, e chi ha visto l’incidente era lontano e non ha visto la targa del camion. Lo hanno portato all’ospedale ma quando sono arrivati Malama, il responsabile di Mthunzi, e gli altri, Stephen era già morto.
Stamattina lo hanno seppellito a Chingwere, il grande cimitero alle porte di Lusaka. Ci sono troppi ragazzi di Koinonia in Cielo.

One Comment

  1. Antonio Portioli says:

    Più di dieci anni sono passati dalle mie prime visite a Koinonia in Kenia, prima ed a Mthunzi in Zambia poi.
    Una delle cose che più mi colpi fu, già da allora, il gran numero di giovani passati dalle due strutture che erano andati in cielo ed il continuo crescere della loro schiera, anno dopo anno.
    Il piccolo cimitero-memoriale di Mthunzi ricorda al visitatore ed agli ospiti il nome di alcuni di loro.
    Mi piace credere che tutti insieme questi ragazzi e ragazze formino ora la schiera degli angeli custodi che assistono le due strutture nel loro difficile cammino e che questo spieghi perchè queste case di accoglienza siano ancora attive e vitali nonostante le tante disavventure sofferte e le tante tempeste incontrate. Toni

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