Una vita in Africa – A life in Africa Rotating Header Image

November 20th, 2011:

AMICI E MARTIRI – FRIENDS AND MARTYRS

Domenica scorsa, a Castel di Guido, una zona rurale alle porte di Roma, mi son ritrovato con altri vecchi amici intorno a Don Franco, il parroco.
C’erano gli ex-giovani che agli inizi degli anni 70 partecipavano al gruppo Mani Tese della parrocchia della Trasfigurazione nel quartiere Monteverde e che erano diventati amici di Nigrizia. In quegli anni avevamo la redazione a San Pancrazio, a due passi dalla loro parrocchia. Erano liceali o poco più, contribuivano con le loro idee, dando una mano a correggere le bozze, a stampare le foto – in un bagno adibito a camera oscura. Poi nel 1987 – queste date fanno un po impressione – si sono organizzati nella Onlus che si chiama pure Koinonia, facendo piccoli progetti in diversi paesi. Oggi alcuni sono vicini alla pensione. Michele, introducendo la Messa, ha parlato di amicizia, perché questa Onlus è in realtà più che altro un gruppo di amici, con “un legame profondo di vita, nella condivisione, attraverso le varie scelte di ognuno e sapendo che ieri come oggi possiamo contare un sull’altro per ogni evenienza bella o dolorosa che la vita ci propone, e sempre tenendo aperta una porta in noi e nelle nostre. case a coloro che erano e che sono meno fortunati”.
Uno di questi amici si sposò alla Trasfigurazione. Lui e la moglie arrivarono al matrimonio in blu jeans, e dopo la cerimonia offrirono a tutti un gelato, in un locale adiacente. Domenica scorsa era presente con moglie, figli e nipoti, e mi fece una riflessione su quanto sia difficile per i suoi figli oggi fare amicizie solide e durature.
Abbiamo ricordato George, che era stato ospite in una delle loro case, e Marco, ma anche Don Andrea Santoro, che quarant’anni fa insieme a don Franco fu una presenza importantissima per i giovani della Trasfigurazione. Successivamente scelse di dedicarsi alla presenza e al dialogo nel mondo musulmano, andando a vivere in Turchia, dove fu ucciso da un fanatico nel febbraio del 2006.
Per tutta la giornata ho pensato al collegamento fra amicizia, amore e martirio. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i suoi amici”. Le lettere di don Andrea ci dicono che si sentiva circondato da molti amici musulmani, e che la sua scelta di vivere in mezzo a loro era fondata sul desiderio di comunione. Pochi giorni prima del nostro incontro era stata uccisa suor Valsa John, una religiosa indiana che aveva lottato per proteggere i suoi amici sfruttati nelle miniere di carbone. E Graziella Fumagalli, Annalena Tonelli, suor Leonella Sgorbati in Somalia, Monsignor Romero… Tutta gente che amava Dio, ma che amava davvero anche le persone attorno a loro.
Nella chiesa non è facile trovare amore. O meglio lo si trova più facilemente fra i comuni fedeli e meno negli altri livelli di responsabilità. E’ difficile amare ed esercitare il ministro del servizio. Chi è in autorità tende naturalmente a privilegiare legge e strutture piuttosto che l’attenzione alle persone. L’ho amaramente sperimentato in questi giorni, incontrando persone che hanno responsabilità importanti nella chiesa, e a parte un paio di felici e positivissime eccezioni, ho trovato tanto desiderio di salvaguardare gli interessi della chiesa, di mantenere gli equilibri di potere, di evitare scandali, di difendere il proprio piccolo potere, di non apparire troppo ingenuo, eccetera eccetera. Ma amore per i poveri, disponibilità a mettersi in gioco per il loro servizio, ne ho percepito molto poco. Spero che la mia sia una percezione sbagliata e non voglio giudicare chi ho incontrato magari solo per pochi minuti. Perchè la chiesa senza amore non esiste.
Pochi giorni fa, su Avvenire, il cardinal Ravasi citava la romanziera tedesca Luise Rinser: “Questa è la mia idea dell’inferno: uno se ne sta seduto là, completamente abbandonato da Dio, e sente che non può più amare, mai più e che mai più incontrerà un’altra persona per tutta l’eternità”. Forse alcuni si creano il loro inferno personale in terra, illudendosi che cosi facendo si meriteranno il paradiso. All’opposto, il martirio è il dono e sigillo per chi ama.
Italiano English
This blog is multi language by p.osting.it's Babel