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September, 2020:

Laudato Sì

Adagio adagio, quatti quatti, con la lentezza che tanti pensano sia tipica dell’Africa, destreggiandoci fra siccità, inondazioni, colera e coronavirus, a Lusaka abbiamo quasi completato il centro/scuola di agricoltura organica che avevamo sognato tanti anni fa, e cominciato a costruire nel 2012, sul grande terreno di Koinonia dove sorge anche Mthunzi. Dopo l’enciclica di papa Francesco chiamarlo Laudato Sì è stata una decisione unanime.

In questi otto anni siamo andati avanti con il contributo di molti amici, inclusa una fondazione spagnola, un’associazione di volontariato italiana, un’associazione francese e infine una fondazione italiana. Senza contare il contributo di amici vari. In modo particolare vorrei ricordare due amici romani di lunghissima data. Li ho conosciuti giovani studenti nei primi anni 70 a Roma, sono stati poi tra i soci storici della piccola Koinonia Onlus a Roma, si sono sposati hanno avuto tre figli ed hanno anche avuto la gioia di vedere un nipote prima di lasciarci prematuramente, Daniela agli inizi dello scorso anno e Michele Clementelli pochi mesi fa. Hanno sempre accompagnato Koinonia con impegno e affetto e Michele aveva desiderato che durante la messa per Daniela fossero raccolti degli aiuti per arredare la nascente Laudato Si. Amici cosi rendono più leggere il cammino.

Costruendo la Laudato Sì, abbiamo conosciuto e iniziato a collaborare con Plant a Million, un’organizzazione zambiana che promuove le buone pratiche agro-forestali, e insieme a Plant a Million abbiamo pensato di coinvolgere un’università che ci permetterà di offrire corsi per piccoli gruppi altamente qualificati. La registrazione dei corsi con il Ministero dell’Educazione è in stato avanzato e il primo gruppo di studenti dovrebbe arrivare entro fine ottobre. Da allora Laudati Sì potrà anche garantire un formazione di basa all’agricoltura organica a tutti i ragazzi di Mthunzi. Il primo direttore sarà David Mubita, arrivato nel 2002 ancora bambino a Mthunzi, che è sostentuto da Amani, e che poi ha frequnetato la scuola superiore sostenuto,come tanti altri studenti di Mthunzi dagli amici scozzesi di ZamScotEd. Quando in dicembre i bambini mangeranno i manghi che nel video si vedono in fiore, gusteranno il sapore dell’amicizia di mezza Europa.

Fiori e figli

Ieri mi sono svegliato a Lusaka, pronto per andare in aeroporto e rientrare a Nairobi. Esco nel grande cortile interno per salutare i bambini e – sorpresa! – vedo che la grande jacaranda ha deciso di iniziare lo spettacolo annuale proprio stamattina: aveva perso tutte le foglie già da parecchie settimane, oggi, col primo sole, è esplosa un una nuvola di fiori blu. Continuerà a fiorire, finché le prime piogge a fine ottobre faranno cadere gli ultimi fiori, e solo allora appariranno le nuove foglie.

Vicino alla jacaranda mi aspettano Martin, Godfrey ed Innocent, che hanno voluto farmi un’altra sorpresa prima della mia partenza: hanno in mano la tanto agognata carta d’identità. Nel loro caso hanno dovuto aspettare per dimostrare di avere almeno 18 anni, e vogliono che le legga ad una ad una, perché adesso si chiamano Martin Nkhoma Sesana, Godfrey Kasongo Sesana e Innocent Tembo Sesana. Con tre tipi così la discendenza della famiglia Sesana è assicurata. I tre ragazzi hanno alle spalle delle storie tormentate, solo a Mthunzi si sono stabilizzati ed hanno costruito una loro identità. Non sono diventati stinchi di santi, semplicemente dei ragazzi semplici, pieni di sogni e felici di essere al mondo come tnati altri. Avevamo pensato che forse un’adozione formale avrebbe potuto dar loro un senso di appartenenza più solido, ma poi eravamo rimasti frenati dai possibili costi. Loro hanno risolto brillantemente la situazione: quando un operatore sociale di Mthunzi li ha presentati all’anagrafe, garantendo che sono cresciuti con noi negli ultimi cinque anni, al momento di dichiarare il loro nome, seri seri, hanno aggiunto Sesana, ai nomi di origine abbastanza incerta che già avevano. Senza batter ciglio l’ufficiale ha fedelmente registrato i nomi sui documenti.
“Padre”. Quasi sempre è un appellativo che si da, e nel mio caso si riceve, per abitudine. Raramente essere chiamati “padre” diventa un dono cosi prezioso e impegnativo.

Sabato sera durante la messa avevo ricordato che papa Francesco pubblicherà presto un nuova enciclica intitolata “Fratelli tutti” che dovrà diventare un testo da conoscere bene per tutti i membri della comunità a per i nostri giovani. Koinonia, fraternità, insieme, comunità, solidarietà, pace, giustizia, corresponsabilità sono parole che tornano sempre nei nostri discorsi e nelle nostre visioni e Francesco ci aiuterà a capirle meglio Poi dopo cena, i ragazzi, con uno spettacolo di acrobatica che ha coinvolto anche alcune delle figlie piccole dei membri della comunità, hanno dato un esempio di cooperazione, coinvolgimento, fraternità molto più efficace del mio fervorino.

La vita, a Mthunzi e in tutta Lusaka, si è adattata al coronavirus. I numeri in termini di morti (295) dall’inizio dell’epidemia sono molto ridotti. Obbligo di mascherina osservato in strada e nei luoghi pubblici, acqua e sapone per lavarsi le mani ovunque, distanziamento fisico un po meno osservato. A Mthunzi i ragazzi delle classi 9 e 12 continuano regolarmente a frequentare le lezioni nella vicina St. Columba?s Secondary School. La “curva” si sta appiattendo e non è escluso che prima della fine di questo mese riaprano anche tutte le altre classi.

Nelle ultime due settimane ho scritto poche righe al giorno – mentre mi preparavo per le messe e gli incontri con i diversi gruppi, e inframmentate ad attività apparentemente meno spirituali come insegnare a preparare i chapati keniani, come moltiplicare una pianta di rosmarino facendone talee supervisionare la piantumazione di altri 50 avocado – del testo che accompagnerà il calendario fotografico di Amani 2021 dedicato proprio a Mthunzi con le straordinarie fotografie di Lorenzo Cicconi Massi. Vi invito a metterlo nella lista dei regali di Natale da fare agli amici più cari.

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