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Tredici Ragazzini Keniani Visitano l’Italia

Continuo a ricevere reazioni al giro fatto dai ragazzi del Koinonia Children Team in Italia a cavallo tra aprile e maggio. Vi metto qui sotto il contributo di una mamma di Milano e di tre o quattro ragazzi.

Ho fatto questo lavoro con l’aiuto del programma Translate di Google. Il nostro webmaster, Eric, lo ha inserito anche nel sito di Koinonia Kenya, sulla colonna di destra. Io l’ho sperimentato prima traducendo il sito dall’ inglese all’ italiano, con risulati sorprendentemente buoni. Poi ho provato con il greco, tanto per divertirmi, perchè ovviamente non lo conosco, e non riuscivo più a tornare all’ italiano ed ho dovuto chiamare Eric… Comunque adesso il sito può essere instantamenmente tradotto un qualche decina di lingue.

Colpo di fulmine a Putignano
Un bellissimo sogno è divenuto realtà il 17 aprile 2010, era un venerdì quando io e i miei genitori siamo andati all’aeroporto. Ho preso un aereo che era molto diverso da quello che avevamo preso nel 2008. La Ethiopian Airlines ha un servizio fantastico rispetto a quello della Egypt Air, anche se le hostess parlavano la lingua etiope che a me sembrava quasi come il greco. Io spero di volare un giorno sulla Kenya Airways e sentir parlare le lingue keniane, ne sarei molto orgoglioso. Alla fine di un lungo viaggio via Addis Abeba siamo finalmente arrivati in Italia.
Il primo giorno a Roma ero molto felice di incontrare degli amici che erano stati a Kivuli. Abbiamo camminato un po’ e siamo andati a vedere la Basilica di San Pietro dove abbiamo imparato molte cose. A Bari abbiamo incontrato Paolo e abbiamo inscenato per la prima volta Simba na Mende. Noi l’abbiamo apprezzato molto per il suo lavoro e la sua energia. Dopo Bari siamo stati a Putignano dove ho avuto un’esperienza che non dimenticherò mai nella mia vita. Dopo lo show siamo andati a pranzare con degli studenti, qui una ragazza si è innamorata di me. E’ stata la prima volta nella mia vita in cui sono stato avvicinato da una ragazza ed ero molto imbarazzato, lei si è avvicinata e mi ha detto “ti amo, baciami”. Questo di fronte ai miei amici e le maestre, la cosa peggiore è stata la presenza di Kizito e Gian Marco, le persone più importanti della mia vita e che rispetto di più.
Ho molto apprezzato il resto del viaggio, le nostre performance sono migliorate di giorno in giorno e mi hanno reso molto orgoglioso del nostro lavoro. Ho imparato molte cose nuove soprattutto attraverso i musei, le infrastrutture e i deliziosi pasti. Il momento più bello è stato quando abbiamo partecipato alla marcia per la pace e abbiamo visitato le città, una era costruita sull’acqua. Noi siamo stati in compagnia di Kizito, Gian Marco e Anna. Loro ci hanno fatto sentire come se fossiamo con i nostri genitori, ho apprezzato molto Cavallino perchè abbiamo dedicato 4 giorni al divertimento. A Milano abbiamo incontrato degli amici che non vedevo da molto. Sono stato molto felice di vedere San Siro.
Wilson

Ma che pesce era?
Ero molto eccitato di visitare l’Italia ad aprile 2010. Il viaggio dal Kenya è stato molto lungo. Quando siamo arrivati siamo stati accolti con grande gentilezza e felicità. Per prima cosa abbiamo mangiato con persone che erano del posto e poi siamo stati divisi tra diverse famiglie. Il giorno seguenti un nostro amico ci ha fatto fare un tour a Roma. La cosa più bella è stata visitare la città del Papa e vedere la chiesa più grande del mondo. Vedere il cimitero dei Papi è stata una bella esperienza, è stato costruito con l’oro. Abbiamo poi visto altre vecchie case a Roma.
Abbiamo poi visitato Bari. Il viaggio da Roma è stato lungo. Non avevo mai fatto prima un viaggio così lungo in auto e sono stato sorpreso di stare 5 ore in un bus. A Bari abbiamo incontrato Paolo ed eravamo molto felici di vederlo di nuovo. Avviamo provato 3 giorni e il quarto giorno abbiamo inscenato Simba na Mende che è durato un’ora e mezza. Abbiamo iniziato con acrobazie e danze.
Le famiglie ci hanno poi portato in città e il giorno dopo abbiamo visto il Petruzzelli, un bellissimo teatro per gli shows internazionali. Abbiamo poi visto il Mar Mediterraneo di cui abbiamo sempre sentito parlare.
I nostri amici ci hanno comprato dello strano pesce crudo e abbiamo provato per la prima volta a mangiarlo. E’ stata la cosa più terribile che abbia mai sperimentato nella mia vita. In Kenya non ho mai visto questo genere di pesce ma io sono stato felice di aver visitato l’Italia per la seconda volta.
Eugene

Gian Marco dormiva, ma per nostra fortuna c’era Dio
Era una domenica mattina quando mi sono alzato, ho lavato la faccia e ho fatto colazione, era un giorno in cui mi sentivo felice come un re. Sentivo gli uccelli cantare delle canzoni melodiose. Quello era il mio giorno migliore, wow! Un magnifico sogno stava finalmente diventando realtà. Mi sono svegliato e mi sono trovato in una famosa città chiamata Roma. Sono stato molto impressionato dalla chiesa più grande del mondo; sono rimasto sbalordito nel vedere la tomba dell’apostolo Pietro e dei Papi. Avevo appena aperto gli occhi e già avevo visto delle cose così belle. Dopo Roma abbiamo visitato molte altre città davvero interessanti.
Ho incontrato molte famiglie e amici che sono stati buoni con me per la prima volta nella mia vita. Ho sperimentato l’amore, le cure di una famiglia felice. Ho sperato che anche la mia famiglia fosse come quelle in Italia. Ho scoperto che i ragazzi in Italia sono molto più fortunati di noi e questo ha influenzato la mia relazione con mia mamma perchè mi sono chiesto perchè lei è così diversa, ma poi ho capito che le persone sono diverse e così gli stili di vita e questo dipende da dove sono nati e come sono cresciuti.
Questo viaggio mi ha legato molto a Gian Marco, cosa che non mi sarei mai immaginato. Ero solito vederlo come una persona pronta a rimproverarmi, spesso ha un’espressione cupa e solitamente io avevo paura ma questa volta mi sono sempre seduto di fianco a lui. Non dimenticherò mai il suo modo di guidare dormendo e pensavo che un giorno saremmo finiti fuori strada, nelle colline o in campagna, ma per fortuna ci siamo salvati. Non grazie a Gianmarco ma grazie a Dio. Poi ho capito che il viaggio era lungo e le distanze non erano facili da coprire per lui. Solitamente lo chiamavo ‘grande papà’ ed è stato bravo a prendersi cura di noi. Grazie ad Anna Nenna la nostra mamma e sorella. Era sempre lì per noi con Claudo e Ilario.
E per la parte che facevo padre Kizito adesso non mi chiama più Benson, ma Mende!
Benson

Però l’uomo che tirava il bus non c’era
Dopo il nostro arrivo abbiamo fatto una passeggiata fino al Vaticano dove ci è piaciuto vedere S.Pietro e gli edifici romani. Dopo Roma siamo andati a Bari con un un autobus conosciuto come “Uomo che Tira” (nel testo Pull Man, il termine “pullman” nel significato di autobus non si usa in Kenya, e Charles lo ha interpretato come Pull Man, cioè, in inglese Uomo the Tira). All’interno del bus abbiamo dato un po’ di fastidio alle altre persone, cosa che non succede spesso in Italia, ma poi alcuni passeggeri hanno cominciato a parlare con noi e da lì anche tutti gli altri. A Bari abbiamo incontrato il nostro caro amico Paolo, il che mi ha fatto sentire subito a casa. Paolo è una brava persona, lui è stata una delle persone che ci ha insegnato lo spettacolo Simba Na Mende. Lui mi ha sempre spronato a fare il meglio che potessi e per questo non potrò mai dimenticarlo nella mia vita. Poi abbiamo oi visto Matera, dove è stato girato il film “La Passione”. Qui ho incontrato il mio amico Maurizio che era venuto spesso a farci visita a Kivuli. Qui abbiamo visto i sassi, dove vivevano le persone prima della venuta di Gesù; a Bologna abbiamo visto una chiesa con al suo interno altre 6 piccole chiese.
A Numana ho conosciuto un nuovo amico, Martino, lui ha 12 anni ed era triste quando ci siamo salutati. Anche io sono stato triste di aver lasciato Numana; siamo poi andati a Riccione, una città molto bella dove ci siamo esibiti nelle strade. Io ero felice di suonare i tamburi e ballare tutti insieme per strada. C’erano moltissime persone a vedere lo show, Cavallino è stato la città più bella perchè li abbiamo solo mangiato, giocato, siamo andati in bicicletta, abbiamo nuotato nella piscina, cavalcato. E’ stata la settimana in cui ci siamo divertiti di più e abbiamo mangiato le vongole, prima di allora non le avevo mai assaggiate in tutta la mia vita.
Da Cavallino siamo poi andati a Venezia, una delle città più belle. Venezia è stata costruita sull’acqua ed ha delle maschere bellissime. Qui in Italia ci sono molte strade belle ed ambienti puliti, molti italiani però non parlano inglese ma solo la loro lingua o il francese. Agli studenti è permesso andare a scuola con il cellulare e altro materiale elettrico, ma in Kenya non ci è permesso portare nulla di questo tipo. Anche in Italia alcuni ragazzi e ragazze fumano, ma in Kenya se vieni visto fumare sei portato in tribunale. (A Nairobi è vietato fumare per strada dal luglio 2008, pena multe da 500 euro ai 6000 euro, anche l’arresto).
L’Italia è un bel Paese perchè ci sono molte specialità culinarie come i Maccheroni, la polenta, il pollo e “supergeti”.
In Italia gli studenti vanno a scuola solo mezza giornata ma in Kenya andiamo dalle 7 alle 18.30.
Charles

Come si usa lo struccante?
‘Guarda Roberta, invece di due, i ragazzi di Kivuli che dovrai ospitare a casa saranno tre o quattro.’ Quando Anna mi ha telefonato per avvisarmi del cambio di programma ho avuto un sussulto. ‘Quattro? Oddio, e dove li metto?’ . Avevo dato la disponibilità ad accogliere i bambini appena avevo saputo del loro tour italiano e tutti a casa erano felici di rivedere qualcuno di quei ragazzi che avevamo conosciut a Nairobi. Era da qualche anno che desideravamo tornare a ripercorrere le strade ( se così si possono chiamare) di Riruta e vivere qualche giorno con i bambini del centro ma purtroppo non ne avevamo avuto ancora l’occasione ed ora erano loro che venivano a trovare noi. Chissà se qualcuno si ricordava della nostra famiglia, con tutti i volontari che ogni anno passano a Kivuli probabilmente i nostri brevi soggiorni erano stati dimenticati. Quindi era con grande emozione che aspettavamo il loro avviso. Emozione ma anche un po’ di timore perché un conto è conoscerli nel loro ambiente, un conto invece è incontrarli in una realtà che è a loro estranea. Mi chiedevo se vedere una casa con tutte le comodità che hanno le nostre case non li avrebbe resi in qualche modo differenti da come li avevamo conosciuti. Per non parlare della lingua. Il nostro Inglese scolastico non è sufficiente per comunicare a lungo! Oltre a tutto questo ora erano diventati quattro!! La mia casa è sufficientemente grande ma tutti quei letti in effetti non ci sono. Il primo a rendere la cosa più semplice è stato mio figlio Matteo che con i bambini aveva stretto amicizia quando siamo stati a Kivuli, anche senza parlare una parola di Inglese. Ma si sa, i bambini , di qualsiasi parte del mondo siano, riescono sempre a comunicare senza troppe difficoltà!! ‘Che problema c’è, mamma, io dormo sul divano in salotto e loro nella mia stanza e in quella di Michela’ ( la mia figlia maggiore ora in America). I secondi a rendere tutto più semplice sono stati proprio loro : Ian , Harrison, Charlie e Job ‘il loro allenatore’. E così per 5 giorni ho avuto una famiglia di 8 persone. 8 persone da svegliare, le colazioni, i turni in bagno per lavarsi , i vestiti da lavare e asciugare ( Sì perché un maggio così piovoso a Milano non lo si ricordava da anni!!) i letti da rifare e poi il lavoro… Se qualche giorno fa qualcuno me lo avesse prospettato avrei detto che era impossibile e invece tutto è filato via senza problemi perché i ragazzi sono stati veramente fantastici! La prima mattina quando li ho visti alzarsi e rifarsi il letto senza che io dovessi dire niente non credevo ai miei occhi, soprattutto considerando che il mio Matteo, loro coetaneo, quando esce alla mattina riesce a malapena a fare colazione. Un bellissimo esempio che credo lo abbia fatto riflettere parecchio!!! Che dire poi delle cene e dei momenti liberi! E’ stato bello vedere l’educazione e la gentilezza con cui chiedevano qualsiasi cosa, un modo di fare che purtroppo molti nostri ragazzi hanno perso ( insegno in classi di adolescenti da anni e so cosa significa!) A volte la paura di disturbare non gli faceva neppure chiedere le cose più banali ( La prima volta non sapendo usare il dispenser del sapone stavano lavandosi con lo struccante di mia figlia!) ed io ho imparato da loro che non dobbiamo mai dare per scontato che il nostro modo di vivere all’occidentale sia comune a tutto il mondo!
E così la settimana è volata via quasi senza che ce ne accorgessimo. Il Sabato mattina sono ripartiti per un’altra tappa del loro spettacolo, non ho potuto salutarli come avrei voluto perché entravo presto a scuola e visto l’ora tarda in cui erano andati a dormire ho pensato fosse meglio lasciarli riposare ancora un po’. Manuel e Matteo avrebbero pensato a tutto. Ho lasciato loro una lettera di saluto e quando sono ritornata a casa mi è sembrata più vuota del solito; di loro solo qualche traccia, una maglietta dimenticata, gli album delle figurine dei calciatori italiani, ricordo della loro visita a San Siro, gli asciugamani che avevano utilizzato ripiegati con cura sopra i letti . Una grande traccia però l’hanno lasciata nel cuore di tutti noi e una cosa è certa ….. ci rivedremo presto.
Hi Guys!
Roberta, Manuel, Matteo e Monica

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