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April 24th, 2011:

Easter – Pasqua

Oggi celebrerò la Pasqua a Tone la Maji con tutti i ragazzi e ragazze delle case di Nairobi.
Ieri sera invece i residenti di ogni casa, di ogni famiglia, sono andati a celebrare la Resurrezione nella parrocchia più vicina, a parte i ragazzi di Kivuli, che hanno celebrato in casa, con me.
E’ stata una celebrazione “intima” rispetto ad altri anni: solo i nostri ragazzi – anche quelli non cattolici e i musulmani sono stati liberi di partecipare, come al solito, e nessuno è mancato – e alcuni pochi amici che vivono vicini a Kivuli.

Al momento delle preghiere dei fedeli, molti si sono ricordati di essere stati battezzati in parrocchia negli anni precedenti durante la Veglia Pasquale, ed hanno pregato per i nuovi cristiani che in tutto il mondo in questa notte hanno finito il cammino catecumenale e sono entrati a far parte della Chiesa. In Kenya questa notte qualche decina di migliaia di cristiani adulti si sono aggiunti alla chiesa. Con parole semplici un ragazzo di Kivuli ha pregato “per la grande famiglia dei discepoli di Gesù, dove anche chi non ha una casa é amato dagli altri”. Un altro ha detto semplicemente “Signore, fa che tutti i cristiani diano il benvenuto a tutti coloro che entrano nella chiesa questa notte”.

Il dare il benvenuto, l’accogliere, é uno degli atteggiamenti fondamentali di un cristiano. Incomincia come sempre dalle piccole cose. Dall’ andare a stringere la mano allo straniero che vediamo arrivare con sguardo sperduto alla Massa domenicale nella nostra parrocchia, a ascoltare chi ha bisogno di sfogarsi, a organizzare interventi umanitari per il sostegno ai migranti e rifugiati.
Ho imparato in Zambia. Tutti i partecipanti alla preghiera domenicale – a volte è solo una preghiera perché il prete per la celebrazione eucaristica non c’è – si conoscono, si salutano all’entrata scambiandosi parole di benvenuto e qualche notizia sulla famiglia, e se ci sono di volti nuovi li si avvicina, li si saluta, ci si informa sulla provenienza, e poi al momento degli annunci, dopo la comunione, li si presenta a tutti. Ognuno si deve sentirsi benvenuto, senza forzature. Uscendo dalla chiesa i nuovi arrivati saranno avvicinati da tutti che li saluteranno con loro nome.

Nel Vangelo abbiamo una lunga lista di atteggiamenti diversi di fronte a Gesù. Maria e Giuseppe lo hanno accolto con amore incondizionato, ma poi fin dalla nascita altri lo hanno rifiutato. Lui invece ha sempre accolto chiunque lo abbia cercato. Le prime comunità cristiane descritte negli Atti degli Apostoli ci raccontano di fratelli e sorelle che si ritrovano in un clima di accettazione e di affetto, qualunque fosse la loro origine. L’idea di dare il benvenuto non solo ai fratelli nella fede, ma a tutti, pervade il Nuovo Testamento. I due discepoli che vanno ad Emmaus scoprono che lo straniero non è altri che il Risorto, ma non se ne sarebbero accorti se non lo avessero ricevuto nella loro casa. San Paolo ci ricorda che il dare il benvenuto allo straniero é un dovere da non dimenticare mai.

Noi diamo il benvenuto e abbracciamo gli altri perché sappiamo che Cristo ci ha dato il benvenuto senza nessun nostro merito. Chi é accolto deve capire che che amiamo lui o lei, con i suoi doni, i suoi problemi e le sue necessità, non stiamo mettendo in pratica un comandamento, non stiamo neanche facendo un calcolo economico. E’ vero per esempio che le proiezioni statistiche e il più elementare buon senso ci dicono che senza gli immigrati l’Europa morirebbe di vecchiaia entro una generazione. Ma i cristiani li accolgono in primo luogo perché sono persone umane, non perché sono una risorsa economica..

Benvenuti quindi a braccia e cuore aperto ai nostri fratelli e sorelle che la notte scorsa sono venuti a rendere più forte la nostra fede. In stragrande maggioranza sono Africani e Asiatici, in stragrande maggioranza sono poveri. La Chiesa per fortuna non é legata dalle pastoie dei confini, dei passaporti, dei permessi di soggiorno. Qui nessuno è straniero. Chi non ci è fratello nella comune fede, lo é nella comune figliolanza da Dio.

Buona Pasqua.

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