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October, 2010:

Piedi e Piatti

Ho appena finito di leggere un libro che mi hanno portato in regalo degli amici italiani, Un arcobaleno nella notte, di Dominique Lapierre. Ben scritto, ma, per i miei gusti, uno stile troppo enfatico, troppa retorica, che alla fine fa passare in seconda linea la storia del Sudafrica che vorrebbe raccontare. Non dà l’idea del disprezzo e abusi che l’intero popolo sudafricano di pelle scura – e un manipolo di bianchi di buona volontà – hanno dovuto sopportare negli anni tremendi dall’apartheid, istituito da un gruppo di fanatici razzisti alcuni dei quali si ispiravano a Hitler.
Di tutto il testo mi ha colpito solo una frase attribuita a Helen Lieberman, una giovane dottoressa bianca che lavorava in un ghetto nero: “Qui, nessuno è mai abbandonato. Un piatto non resta mai vuoto accanto a un piatto pieno. Qui, il cibo è un oggetto sacro di condivisione”.
Mentalmente ho associato questa frase ad una foto fatta lo scorso mese nel nostro Ndugu Mdogo Rescue Centre di Kibera. L’occasione era un incontro di un giorno intero per i bambini che sono ancora sulla strada, riflettendo insieme su ciò che significa per loro la carta dei diritti dei bambini. Era uno dei oltre venti incontri previsti da agosto a fine novembre da un piccolo ma efficace programma, finanziato dal Centro Helder Camara di Milano, che si innesta sulla gestione ordinaria sostenuta da Amani e portata avanti quotidianamente da Koinonia con gli infaticabili Jack e Sabuni.
Abbiamo servito i piatti di cibo su alcune panche, perché l’unico grande tavolo non bastava. Appena Jack , Kevin, Sabuni e Bonny hanno finito di servire, i bambini si sono alzati tutti in piedi, pronti per la preghiera di ringraziamento a Dio.
Il fotografo, credo sia stato Eliud – che con i suoi sedici anni è il maggiore di un gruppo semi-stabile e sta incominciando a fare lavoretti di maggior responsabilità – ha ripreso solo i piatti colmi e i piedi nudi di questi bambini che camminano tutto il giorno per i vicoli di Kibera in cerca di qualcosa da mangiare. Davvero, un buon piatto di cibo ben cucinato, in questo caso polenta e pesce, è un sacramento di comunione.

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