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July, 2008:

Viva Madiba!

Oggi e’ il compleanno di Nelson Mandela. L’ esagerata adulazione e attenzione mediatica che lo hanno circondato non sono riusciti a farcelo diventare antipatico. La sua umanità’, il suo sorriso, le sue doti di uomo di pace, di politico e di statista sono cosi grandi da farne una figura gigantesca di fronte ai piccoli personaggi suoi contemporanei. “Ci fosse un Mandela in Sud Sudan!”  ho sentito tanti Sud Sudanesi sospirare in questi anni dopo la firma dell’ accordo di pace e l’avvio di un governo autonomo regionale a Juba. Quest’anno anche in Kenya molti hanno sognato che dalle ceneri degli scontri nascesse un Mandela. Se c’e’, non e’ ancora visibile.

In Kenya sembra di essere tornati ai vecchi tempi di Daniel arap Moi. Il governo di Grande Coalizione zoppica, Raila si sta accorgendo che e’ molto più facile fare l’ opposizione che governare, quasi ogni giorno i giornali denunciano un nuovo caso di corruzione che coinvolge personaggi di alto profilo, e ogni giorno si va avanti senza che si pongano rimedi seri.

Ieri sono stati pubblicati i risultati di una inchiesta condotta da Transparency International all’inizio di maggio, intervistando 2,400 persone, con criteri scientifici. Hanno compilato un Kenya Bribery Index, da cui risulta che le istituzioni percepite dai cittadini come le più corrotte sono: prima, di molte lunghezze, la polizia; seconde, le autorità’ locali; terzo, il Ministero della Terra; quarto, il Dipartimento dell’ Immigrazione; quinte, le università’ private (forse questo spiega perché’ noi troviamo tanti ostacoli a farci registrare come istituto a livello universitario); seste, le amministrazioni Provinciali; e cosi via, fino al ventesimo posto, dove ci sono le università pubbliche.  Il 93% di coloro che hanno avuto a che fare a qualsiasi livello con la Polizia si sono trovati in una “situazione di corruzione”. In totale, il 45% degli intervistati ha detto di aver dovuto pagare una bustarella per poter ottenere un servizio in una istituzione pubblica, mentre lo scorso anno le percentuale era del 29%. La conclusione? “La maggioranza dei Keniani e’ convinta che la corruzione sia uno dei maggiori problemi del paese, ed e’ diffusa la percezione che sia aumentata negli ultimi quattro anni.”

Per Ascoltare l’ Africa

Per chi ancora non lo sapesse, e’ possibile ascoltare 24 ore su 24 AFRIRADIO, una nuova web radio interamente dedicata all’Africa. Musica, informazione e intrattenimento di qualità sono i principali elementi che caratterizzano il flusso radiofonico, che concentra al mattino la fascia informativa con un programma di approfondimento quotidiano al quale subentrano le notizie. Gli utenti potranno così ascoltare la web radio 24 ore su 24 e intervenire direttamente in alcuni programmi radiofonici grazie alla chat e all’invio di email, mentre le radio avranno la possibilità di scegliere e acquistare i programmi di loro interesse.

Ideatori di questo progetto sono i missionari comboniani di Verona e, in particolare, lo storico mensile Nigrizia e il suo settore Multimediale (Nigrizia Multimedia). Si tratta di una vera e propria rivoluzione nella comunicazione comboniana sull’Africa – fino ad oggi limitata al mensile e al suo sito web (www.nigrizia.it) – che nasce dalla volontà di promuovere il continente nelle sue diversità, valorizzandone le potenzialità.

”AFRIRADIO” si propone, dunque, di sovvertire gli stereotipi che vogliono il continente sinonimo di fame, malattie, guerre e miseria, proponendo invece un’immagine che rifletta la poliedricità di un territorio vasto ed estremamente diverso. Quanti, ad esempio, sanno che la Tanzania ha messo al bando già da mesi i sacchetti di plastica? O che il Sudafrica è all’avanguardia nella produzione di energia da fonti alternative?

Voce all’Africa, quindi, non solo con l’informazione, ma anche attraverso la partecipazione degli africani in Italia, coinvolti direttamente nel progetto. “Afriradio – spiega padre Giuseppe Cavallini, Coordinatore del Centro Comboni Multimedia e Direttore del Museo Africano di Verona – si pone, senza presunzione alcuna, come fonte di informazione alternativa agli apparati mediatici che promuovono interessi economici e politici di parte e non si preoccupano di offrire all’opinione pubblica una informazione che sia anche formazione critica, voce dei popoli dell’Africa e del Sud del mondo,  megafono di chi crede in una società in cui vengano promossi valori umani ed evangelici quali la solidarietà, l’accoglienza, il dialogo interculturale, l’incontro interetnico e il rispetto per le diverse tradizioni e fedi religiose”.

Per qualsiasi informazione:

Nigrizia Multimedia
Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona
tel: +39 045 8092296  
email: direttore@nimedia.it
website: www.nimedia.it

Ancora Crisi, ma Waumini e Calcio Crescono

Il Kenya sta affrontando un’altra crisi. Fortunatamente crisi minore rispetto a quello che abbiamo visto succedere lo scorso gennaio, ma comunque sintomo significativo della malattia principale di questo paese, la corruzione. Le informazioni sono ancora insufficienti e il recente passato ci insegna che e’ imprudente dare giudizi affrettati, perché’ il bubbone che e’ scoppiato potrebbe avere radici oiu’ profonde e diverse dalle apparenze. Il ministro delle Finanze, Amos Kimunya, si e’ dimesso l’ altro giorno, sospettato di aver venduto un enorme albergo in centro citta’ a una compagnia libica per circa un terzo del valore reale. E sembra, il condizionale e’ d’ obbligo, che fra gli azionisti principalidella compagnia libica ci siano almeno due Keniani.

La scorsa domenica abbiamo celebrato il quinto anniversario dell’ inizio delle trasmissioni di Radio Waumini.  E’ una soddisfazione vedere che questa radio cattolica e’ diventata una presenza forte nel quadro complicato e tremendamente competitivo delle radio keniane. Parecchi di quelli che hanno iniziato questa  avventura con me e padre Martin, che ha preso il mio posto come direttore due anni fa quando mi sono ritirato, sono adesso in posizioni di responsabilità in altre radio. E questo non dispiace ne a me ne a Martin, anzi ci sembra un segno di grande successo. L’ ultimo e’ stato Antony Wafula, che ha cominciato con noi, ha fatto la gavetta come annunciatore di continuità’ ogni giorno feriale dalle 14 alle 19, e pochi mesi fa e’ stato assunto dalla radio governativa come direttore dei programmi di uno dei piu’ importanti canali.

Sono stati giorni di distribuzione di diplomi e attestati. Dopo i diplomi ai maestri Nuba, mi hanno chiamato, lo scorso venerdi, a Nairobi, a consegnare i diplomi a cento “calciatori di strada” che si preparano per la “Homeless World Cup” e poi domenica a sedici allenatori, a conclusione di un altro programma di formazione in informatica e sport che e’ stato voluto dal comune di Pisa e a cui ha partecipato anche l’ associazione Altropallone di Milano.

Siamo stati coinvolti nella “Homeless World Cup” perche’ l’ idea di un campionato mondiale di calcio di strada e’ nata nel contesto dei giornali di strada, e noi (Koinonia) pubblichiamo da gennaio dello scorso gennaio il primo giornale di strada del Kenya, The Big Issue Kenya. Abbiamo solo successivamente scoperto che a Nairobi esisteva gia’ una squadra di calcio degli “homeless” che aveva gia’ partecipato a due campionati mondiali, e la collaborazione e’ diventata sempre piu’ stretta, anche perche’ a capo della squadra c’e’ un ragazzo musulmano entusiasta, col quale e’ un piacere collaborare. Allora settimana scorsa Mohamed e il nostro Cosmas hanno organizzato un workshop di cinque giorni, finanziato da Unicef, dove si e’ fatta formazione tecnica e umana (prevenzione AIDS ed altro) di oltre cento giovani provenienti da tutti gli slum di Nairobi, e l’ultimo giorno si e’ conclusa con la nomina della squadra e allenatore che andranno a rappresentare il Kenya nella Homeless World Cup che si terra’ in Australia in dicembre. L’ anno prossimo la manifestazione si svolgerà’ a Milano. Parteciperanno 64 squadre da tutto il mondo, e ci saranno certamente anche i nostri 10 keniani: 8 giocatori perche’ il calcio di strada si gioca in sette piu’ una riserva, un allenatore e un dirigente. Gli amici de l’Altropallone saranno coinvolti anche in questo evento. Per maggiori informazioni potete visitare il sito www.homelessworldcup.org

I Nuba e Dio

La scorsa settimana ho visitato i Nuba, al centro del Sudan, in occasione della chiusura dell’anno scolastico nelle tre scuole che Koinonia con l’ aiuto di Amani e di altre associazioni  gestisce ormai da parecchi anni, due scuole elementari, ciascuna con quasi 700 alunni, e una scuola per maestri, residenziale.

Ovunque la cerimonia della consegna della pagelle. Nell’ istituto magistrale, dove ci sono alunni che provengono da distanze che si coprono in tre, quattro, cinque giorni di cammino, l’atmosfera e’ quella che si respira in tutto il mondo negli ultimi giorni di scuola, a meta’ fra gioia e malinconia: finalmente si torna a casa, ma non vedro’ più gli amici, fino a ottobre, e magari per molti anni a venire per chi ha completato il corso. Ormai ci sono diplomati del nostro istituto in tutte le scuolette dei monti Nuba, un’area vasta quanto l’ Austria.

I diplomati, che vivono in capanne auto costruite tutto intorno alle aule in mattoni che siamo riusciti a costruire negli ultimi anni, si sono preparati dei cappelli di carta che imitano nella forma quelli con cui si addobbano i laureati nelle universita’ inglese. Ma non sono comici, sono ragazze e ragazzi che per fare questi due anni di studi hanno fatto sacrifici enormi. Li rappresenta tutti una ragazza la cui mamma, incontenibile,  la porta in giro per mano e orgogliosamente la mostra a tutti, toccandosi la pancia e facendo a ciascuno un discorsetto in una delle mille lingue Nuba. Mi traducono: “Questa mia figlia che oggi ha ricevuto il diploma e’ cresciuta nel mio ventre, proprio questo ventre qui. Pensa che il commerciante arabo del nostro villaggio diceva che noi Nuba siamo stupidi come animali! Invece guarda qui questa mia figlia con il diploma in mano!”

L’ ultima sera sono assolutamente esausto. Al mattino la lunga cerimonia per la consegna dei diplomi ai maestri, discorso, poi la programmazione del prossimo anno scolastico, poi, dopo un pranzo veloce di riso e fagioli, via a piedi per Kerker, con Messa, consegna pagelle discorsi, programmi per il prossimo anno scolastico che prevedono lo spostamento della scuola verso la pianura sottostante, a Sarbule. Riusciamo a riavviarci verso la base, vicina al collegio dei maestri, che e’ gia’ tramontato il sole. Arriviamo nel buio piu’ completo, che sono quasi le 20.30,  e vedo che ci sono otto maestri che ci aspettano, perche’ avevo promesso che avrei concluso la loro giornata verso le 19 con una Messa. Le due cuoche stanno ancora preparando la polenta, nella capanna che funge da cucina. Mi siedo e mi pare di non avere piu’ la forza di alzarmi, sono ormai fuori allenamento… Mi sembra quasi una mancanza di rispetto celebrare un’ altra Eucarestia in queste condizioni, e invito i pochi presenti ad organizzare loro una preghiera di ringraziamento, mentre io resto in disparte.

Scelgono il brano della conversione di San Paolo. Si accende una torcia solo per fare la lettura poi si continua alla luce delle stelle. Il lettore e il commentatore parlano un inglese stentato, poi il predicatore decide di passare all’ arabo, e quando il traduttore fa fatica a trovare la parola giusta alcuni dei presenti offrono i loro suggerimenti. Dalla mia posizione vedo il profilo del predicatore sullo sfondo della Via Lattea. Quando commenta il momento della conversione di Saul grida “alleluia” e tutti, anche le cuoche dalla cucina, gridano esultanti “alleluia”.

Ed ecco, improvvisamente, Dio e’ qui. Una presenza solida, che si va viva nelle parole e nella presenza di questa gente buona e dignitosa. Una presenza che riempie tutto. Non c’e’ piu’ uno spazio vuoto, ci compenetra, siamo tutti uniti nel Tutto.

Intanto, poco a poco, sono arrivate una cinquantina di persone. Hanno visto la luce della mia torcia mentre scendevo dalla collina di Kerker, ed hanno fatto un bel pezzo a piedi, al buio, per venire a pregare insieme agli altri. Sono tutti giovani fa i 20 1e i 30 anni e quando mi offrono la pace sento fra le mie le loro mani callose di maestri-contadini.

Domani torniamo a Nairobi. Ancora una volta ho visto che la chiesa non e’ un tempio, la chiesa e’ fatta di gente che cammina e cerca Dio.

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