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June 17th, 2018:

Una piccola storia di grande stupidità – A little story of great stupidity

Venerdì sera abbiamo accompagnato all’aeroporto di Nairobi due ragazze e tre ragazzi, tutti minori ormai pienamente recuperati dopo anni di vita in strada. Con loro viaggia Freshia, operatore sociale di Koinonia, trentenne, e sono diretti a Wroclaw, Polonia, dove sono stati invitati al Brave Kids festival, un incontro di tre settimane che si ripete annualmente con la partecipazione di gruppi artistici di bambini da ogni paese europeo. Per evidenti ragioni di costo dei biglietti, offerti da un’associazione di Leszno che ha conosciuto il nostro gruppo lo scorso anno, ed ha voluto che partecipassimo anche quest’anno, il nostro è l’unico gruppo africano. E’ la prima volta che un nostro team acrobatico viaggia senza che io li accompagni, ed è anche la prima volta che mandiamo all’estero due bambine. Ma ci sentiamo sicuri, perché ho visto di persona lo scorso anno come gli amici polacchi lavorino, con enorme fatica, per abbattere pregiudizi e barriere culturali e per l’integrazione. Naturalmente l’ambasciata polacca per dare il visto ha voluto una documentazione imponente – incluso il consenso del familiare vivente più vicino e quello del preside della scuola di ogni bambino, il tutto certificato dal ministero degli esteri del Kenya – di cui Freshia ha copia nella borsa a mano.

Partono alle 4 del mattino del 16, arrivano ad Instanbul con volo Turkish Airlines, ma quando si tratta di imbarcarsi per Berlino vengono bloccati, perchè il loro visto è per la Polonia, non per la Germania. Freshia spiega che hanno un visto di Schengen rilasciato dopo che l’Ambasciata Polacca a Nairobi ha esaminato la loro documentazione e che Germania e Polonia sono entrambe in Area Schengen, e che lo scorso anno un altro nostro gruppo era pure arrivato a Berlino Tegel, dove erano stati ricevuti dagli amici polacchi che li avevano portati a Wroclaw in auto, perché Berlino è più vicina a Wroclaw che non Varsavia.

Niente da fare. I funzionari sia dell’immigrazione che della compagnia aerea sono irremovibili. “La Germania dice che profughi africani non possono transitare dalla Turchia”. “Ma noi non siamo profughi, abbiamo il visto”. “Si, ma ci sono nuove disposizioni”. Per fortuna che c’è Whatsapp, Fresha chiama gli amici polacchi, i polacchi chiamano me in pochi minuti si fa un gruppo Whatsapp. Cerchiamo di capire quali fantomatiche nuove disposizioni ci siano. Chiediamo a Freshia che ci faccia parlare con i funzionari. Si rifiutano. I polacchi contattano l’immigrazione di Berlino Tegel e nel giro di mezz’ora ricevono una risposta ufficiale in email, con nome e numero di matricola del funzionario che ha firmato, in cui conferma che essendo entrambi i paesi nell’area Schengen i bambini possono procedere immediatamente e non avranno problemi a Tegel.

I funzionari turchi si rifiutano anche di leggere l’email. Si rifiutano di parlare con Tegel. Citano le nuove disposizioni che i tedeschi negano che esistano, e i bambini potranno imbarcarsi solo su un volo per Varsavia solo dopo aver acquistato un nuovo biglietto Istambul – Varsavia. Il prezzo è poco inferiore a dell’andata ritorno Nairobi Berlino.
Freshia è tesa, mi dice che si sente considerata come inferiore, incapace di intendere e di volere. Aggiunge che comunque i ragazzi sono tranquilli, dormono fra le fila di passeggeri in in partenza, avvolti nelle coperte messe a disposizione da qualcuno dello staff dal cuore gentile. Intanto tutti i negoziati sono respinti. Gli amici polacchi alla fine decidono di pagare il costo del nuovo biglietto, riservandosi di chiedere un rimborso.

Mentre scrivo, pomeriggio di domenica 17, i nostri pericolosi guerrieri Masai – li vedete nel spettacolo improvvisato per le ragazze della Casa di Anita due ore prima della partenza – dovrebbero essere in volo verso Varsavia. Avevamo deciso insieme che avrebbero iniziato lo spettacolo con una danza tradizionale Masai per poi scatenarsi in mezz’ora di acrobazie. Nella mano destra dovrebbero avere la tradizionale lancia Masai, ma avevamo deciso insieme di sostituirla con dei manici da scopa da comperare a Wroclaw. Ma forse qualcuno ha letto nei loro occhi le cattive intenzioni…

Una tragedia? No, per carità. Solo un esempio di come possono comportarsi piccoli funzionari arroganti quanto stupidi ed ignoranti. Però è un sintomo di come vengono recepiti i messaggi razzisti lanciati dall’Europa. Stamattina un giornalista kenyano col quale avevo commentato la vicenda Aquarius, mi ha detto “Il messaggio è sempre lo stesso, e lo sento su di me ogni volta che devo andare in Europa per lavoro, e peggiora sempre: gli africani non sono benvenuti, sono selvaggi pericolosi, probabilmente sub-umani”.

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