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Daniel

Si chiamava Daniel Mburu, avrà avuto 16 anni, ed era un uno dei più giovani nel gruppo dei ragazzi e ragazze di strada che vivono nutrendosi dei rifiuti del Kenyatta Market. Sabato sera, Sabato Santo, mentre ci preparavamo a celebrare la Resurrezione, Daniel con altri amici era nella sua solita area. E’ incominciato a piovere forte – e’ ormai quasi una settimana che la stagione delle piogge e’ iniziata – e Daniel  ha deciso di prendere un autobus che andava verso il centro di Kibera. “Ho i soldi per pagare due biglietti” ha detto agli amici, cosi Martha Ngocha, una ragazzina di forse 14 anni, e’ saltata sull ‘autobus con lui. Ma quando il bigliettaio li ha visti e li ha giudicati come gente di strada, non ha voluto sentir ragioni e li ha brutalmente spinti fuori dalla porta del veicolo che si era appena rimesso in movimento. Daniel e’ caduto ed ha picchiato la testa sul marciapiede, Martha ha avuto la sua caduta protetta dal corpo di Daniel, ma poi la ruota posteriore dell’ autobus le e’ passata sopra spezzandole una gamba.

Gli amici li hanno presi di peso e li hanno portati all’ ospedale, ce n’e’ uno non troppo lontano. All’ ospedale hanno detto che ormai Daniel era morto, potevano lasciare Martha che l’avrebbero ingessata. Cosi gli amici col corpo di Daniel, al buoi, evitando le auto che sfrecciavano sotto la pioggia, sono andati prima alla stazione di polizia e denunciare il fatto, e poi lo hanno portato all’ obitorio pubblico.

Bonny c’era. Non manca mai quando qualcosa di importante succede ai suoi amici del Kenyatta Market. Mi ha mandato un sms, ma ormai non c’era più niente da fare.

Stiamo solo cercando di denunciare questo fatto. Non si deve morire cosi, buttati fuori da un autobus come un sacco di spazzatura, a 16 anni. Dopo una vita di abusi e di stenti.

Ma anche questa e’ una storia di Pasqua a Nairobi.

4 Comments

  1. laura valsecchi says:

    Carissimo Padre Kizito,
    che dolore per tutti. L’unica cosa che possiamo fare è divulgare questa notizia. Ci siamo permessi di postare sul blog e su Osservatorio africa, affinchè venga letta.
    Un forte abbraccio a Martha, con le nostre preghiere. A Daniel un pensiero di immensa tristezza. Deve cambiare, e non solo in Africa. Il rispetto della vita umana è alla base della cultura del mondo, che sembra aver dimenticato.
    laura e roberto

  2. Paola says:

    Di fronte a notizie di questo genere sale un profondo sdegno, ma la cosa che mi colpisce è che non c’è rabbia nelle tue parole e nemmeno nei ragazzi di Koinonia. Questo è un vero messaggio pasquale. Se imparassimo a chiamare le persone con il proprio nome e il proprio cognome le cose andrebbero spesso in un’altra direzione.
    La strada è ancora lunga ma se la cerchiamo abbiamo sempre una guida!

    Pace a tutt*

  3. Vincenzo says:

    Carissimo Kizito,

    questa troppo “banale” storia mi mette molta tristezza. La resurrezione non sarà mai realizzata pienamente finchè la vita non sarà rispettata e amata anche in Daniel e negli altri fratelli anonimi.
    Scrivevi di voler denunciare questo fatto. Si può provare con http://www.petitiononline.com ?
    Ora speriamo per la gamba di Martha.
    Un forte abbraccio,
    Vincenzo.

  4. Umana Miseria

    Quando il Peccato si fece spirito vivo,

    profonda è nel cuore la radice della Mela.

    Piango per la sofferenza della Condanna

    e rimpiango la purezza della carne dell’innocenza.

    Ogni giorno vedo germogliare i fiori del Male

    semi di violenza coltivati nei deserti dell’anima.

    In ogni dove ingiustizia, guerra e violenza

    e bolle il sangue freddo nel Fuoco della Vita.

    Sento stridente lo tsunami dell’Umana Miseria:

    Hirohima Nagazaki, Srebrenica, Cernobyl.

    Vedo i bruciori di tante frustate sulla pelle

    e il dolore di fratelli nel Tibet, Darfur, Irak.

    Mi domando perché Adamo mangiò la Mela

    disperato nella miseria del mio essere uomo.

    di Aly Baba Faye

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